LEZIONE 7            3/4/2002

 

Dentro i bits: la digitalizzazione delle immagini

 

Ai tempi di Leonardo come facevo a trasportare un disegno a distanza nel più breve tempo possibile?

Era possibile trasferire un oggetto grafico attraverso una matrice numerata in ascissa e ordinata e un codice di lettura comune. Il sistema non sembra molto difficile ma può diventare veramente molto sofisticato tanto che molti programmi si basano su questa logica, chiamata “raster”. La logica raster è una logica grafica basata sui cosiddetti punti scemi: punti elementari inquadrati e gestiti all’interno di matrici.

Moltissimi programmi di grafica si basano su questa logica. Il più importante è sicuramente photoshop. La prima versione di photoshop nasce nel 1984; il programma si è andato poi via via raffinando ma lavorando essenzialmente su una logica raster. Le immagini, considerate un insieme di punti singoli dal computer, occupano una porzione di schermo e possono essere modificate attraverso la selezione delle regioni comprendenti le parti da cambiare. Naturalmente può essere regolata la risoluzione del lavoro. Essa è dovuta al numero di pixel presenti all’interno della matrice, se essa è molto fitta la risoluzione risulterà migliore.

Per quanto riguarda i colori, la logica è la stessa ma la matrice conterrà più informazioni e in particolare, dovrà essere letta attraverso un ulteriore codice comune. I colori sono infiniti ma si formano attraverso la combinazione di tre colori principali: red, green, blu (RGB). Ogni colore quindi sarà espresso attraverso la tonalità, comunicata con valori numerici, che i principali assumono all’interno del colore in oggetto. I prezzi di uno scanner aumentano notevolmente a seconda della profondità in bit del colore; cioè la gamma di colori che riesce ad apprezzare.