ALANO ALANO: Rivista Telematica Gratuita |
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Comportamento
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Il carattere dell’Alano è l’aspetto più
affascinante della razza. Lo standard dell’alano ha sempre dato
importanza al carattere di questo cane, e quello attualmente in vigore, più
dei precedenti, mette in risalto le qualità da ricercare e i difetti da
penalizzare. Viene definito “ cane da
accompagnamento, adatto a vivere in famiglia” , sottolineando la sua indole istintivamente buona,
l’attaccamento ai membri della famiglia, l’equilibrio e la mancanza di
aggressività. La timidezza o, peggio, la paura e l’aggressività vengono
considerati difetti da penalizzare anche gravemente. Tutto ciò è giusto e
logico e, in pratica, lo standard riferisce semplicemente le doti che devono
essere proprie di ogni buon cane da guardia, tali da renderlo adatto a vivere
con l’uomo e nella sua società. Esiste, in linea di massima, una grande
omogeneità di carattere tra gli alani. In altre parole, è facile riscontrare
in tutti i soggetti caratteristiche comuni assai particolari e proprie della
razza. Tutto ciò a patto che siano stati allevati e cresciuti nella giusta
maniera. E’ interessante occuparci, per un attimo, di
un discorso più ampio rispetto al carattere del cane in generale e
all’interpretazione che l’uomo ne dà. A voler ben guardare non vi sono
aspetti che abbiano un valore assoluto. La verità delle esigenze e dei
desideri di ogni padrone talora fa sì
che ciò che per uno è bene, sia male per un altro. Valga un esempio per tutti: l’aggressività. Per chi
desidera un guardiano per una casa isolata questa è una qualità
indispensabile ; mentre diventa un grave difetto nel caso in cui il cane viva in un esercizio pubblico.
L’ideale, d’altro canto, è il cane che sappia adattarsi col giusto equilibrio
a entrambe le situazioni. A questo punto, sorge naturale una
domanda: da cosa dipende il
carattere? Nel suo “Psicologia Canina” del 1975,
William Campbell. Studioso del comportamento dei cani, scrive: “ I cani
nascono con un loro preciso orientamento comportamentale che si consolida con
la crescita……. Le differenze di comportamento sono condizionate sia da
fattori genetici sia da fattori ambientali. Esperimenti hanno dimostrato come l’ambiente delle prime settimane di
vita può influenzare lo sviluppo del
sistema nervoso, le dimensioni degli organi e l’equilibrio biochimico”. A
proposito di quest’ultima affermazione valgono come esempio gli esperimenti
che hanno dimostrato come un mammifero la cui crescita avvenga al buio
completo, acquisisca una cecità
anatomo-funzionale e , pur essendo
dotato di apparato ottico normale,
esso non possa avere un normale e completo sviluppo. Il carattere di ogni cane è determinato da
una componente genetica, da una ambientale e dall’interazione fra ambiente e
genotipo. Il comportamento di ogni individuo evolve passando attraverso
diversi “periodi” che variano a seconda dell’età. Un trattamento giusto o
sbagliato in questi periodi può
lasciare segni indelebili, condizionando il carattere futuro e provocando
effetti che possono manifestarsi, magari solo in particolari situazioni, in
età adulta. Bisogna tener presente
che l’alano ha una crescita assai prolungata nel tempo e una
maturazione abbastanza tardiva. Il sistema di vita delle prime settimane e dei primi mesi può essere preludio di
differenze di temperamento
fondamentali ; ciò è
facilmente dimostrabile osservando varie situazioni che si riscontrano nella pratica. Visto che in questo periodo
che avviene la socializzazione , le prime differenze sono rilevabili osservando da una parte i cuccioli nati presso piccoli allevamenti , privati
esperti o comunque allevatori che abbiano dedicato loro molto tempo avendo contatti frequenti e continui, e dall’altra cuccioli che , al
contrario, hanno avuto poche occasioni
di essere maneggiati e toccati
da esseri umani. Volendo generalizzare, sarà facile prevedere che i primi saranno adulti più sereni,
equilibrati ed estroversi, mentre i secondi saranno facilmente timidi e
introversi con tutto ciò che ne consegue , anche se , fortunatamente ,
difficilmente si trovano tra gli alani individui davvero aggressivi o
mordaci. Una facile, superficiale letteratura ha
spesso dipinto l’alano come un bellissimo, grosso imbecille. Qualsiasi
cronaca che abbia per protagonista un cane mordace stimola nei giornalisti poco
informati, in cerca di notizie a effetto, facili e sproporzionate polemiche.
Spesso il cane “crudele” (che tra l’altro ha sempre torto), purchè un po’ più
grande di un cocker, viene identificato con un alano. Niente è più falso che
accusare l’alano di avere indole violenta e aggressiva. Solo
considerandolo un cane di poca
personalità , apatico e inespressivo, è bugia altrettanto macroscopica. La caratteristica più saliente che vorrei
sottolineare nel carattere dell’alano, forse per le sue antiche origini, che
lo hanno indirizzato a diventare fidato compagno dell’uomo, è il bisogno di
contatto col padrone, il piacere di stare con gli esseri umani in genere.
Secondo alcune tesi gli alani che possono vivere vicino al compagno umano, in
famiglia, sviluppano pienamente la loro vera indole e possono raffinare e
utilizzare la loro particolare, stupefacente intelligenza. In condizioni
normali l’alano è fedele e affettuoso ed esprime queste doti con
atteggiamenti particolari, generalmente comuni a tutti i rappresentanti della razza. Abitudine comune è quella di
cercare un vero contatto fisico con il padrone, per esempio appoggiandosi se
questi è in piedi, mettendogli la testa in grembo se, invece, è seduto, o
salendogli in braccio col posteriore. Ciò che stupisce è la delicatezza delle
maniere, in contrasto con la mole del cane. Se l’invadenza è contenuta nei modi, lo è
assai meno nella determinazione con cui ogni alano vuole ottenere ciò che
desidera. Dopo un quarto di secolo
passato con gli alani, continuo a stupirmi dell’ingegno con cui ognuno
di loro sa architettare il piano che gli permetterà di ottenere quanto
desiderato. Ciò spesso significa la ricerca del miglior confort, perché gli
alani sono pigri e amano le comodità. Bastino alcuni esempi : la mia Greca,
una mantel davvero geniale, sapeva che aspettando davanti alla porta avrebbe
fatto alzare dalla poltrona chiunque la occupasse per permetterle di uscire
in giardino , interpretando la sua volontà, e lei, rapidissima, si
accoccolava sui “suoi” cuscini, ormai liberi e a disposizione. Un alano che si rispetti, poi non si
siederà mai sul nudo pavimento: è in grado di rimanere in piedi, vicino al
padrone, sospirando e attirandone l’attenzione, finchè questi non gli prenderà
un tappeto, ma se ciò non avviene non è raro che dopo qualche minuto vada a
prendersi da solo la coperta preferita, sistemandola però proprio vicino al
“suo umano”. Già, perché in tutti gli atteggiamenti, e torno a sottolineare
che ciò che dico è la semplice cronaca di vita quotidiana, quello che più
ricorre e più si evidenzia è la necessità di rimanere vicino, fisicamente, al
padrone. Anche quando sembra dormire profondamente, comodo e rilassato, un
alano è pronto a scattare per seguire il padrone che, magari, cambia stanza
e, pur di rimanergli accanto, è disposto a rinunziare al più comodo
giaciglio. Un atteggiamento assai caratteristico di tutti glia alani è quello di tentare a
instaurare col padrone, lo dico senza paura di esagerare, un rapporto “alla
pari”. Tant’è vero che sono frequenti atteggiamenti allelomimetici che si
manifestano copiando posizioni e movenze del padrone. E’ facile sorprendere
un alano saporitamente addormentato nel letto del padrone, appoggiato sul
fianco e con la testa sul cuscino, o
seduto col solo posteriore su sedie e divani. Questa straordinaria capacità di
ragionamento, di adattamento alle diverse situazioni, unita a tanta
determinazione e chiarezza di idee, lo rendono un allevo formidabile, a patto
di saper essere maestri capaci. Sin da cuccioli gli alani sanno dimostrare
ciò che vogliono e lo ricercano con tale decisione da sfiorare la caparbietà.
Il tutto si svolge, però, con modi
dolci, addirittura divertenti, che tendono ad intenerire il padrone, il quale
difficilmente riesce a mantenere la serietà necessaria per farsi ubbidire. Ecco un esempio che definirei classico.
Tutti i cuccioli cercano, una volta
entrati in casa, di salire su divani
e poltrone. E’ altrettanto normale che il padrone non condivida tale decisione. L’alano sale
delicatamente, inosservato, e il padrone ordina : “Scendi!”. Il “nostro” scende diligentemente, ma un secondo dopo
è nuovamente, e in perfetto silenzio,
accomodato sui cuscini . di nuovo interviene il padrone che viene ancora
ubbidito. Il cucciolo comincia ad assumere
una espressione disperata, guarda il padrone con occhi lacrimosi e
risale mogio in poltrona. Si ripete la scena e ora il piccolo birbante ha uno
sguardo da povero orfano abbandonato: va verso il padrone, gli si siede
davanti e, atteggiamento tipico della razza, gli porge la zampa. Il padrone
ride, gli fa una carezza, il piccolo alano torna soddisfatto in poltrona. La
scena si può ripetere fino a cento volte, chiamatela testardaggine,
chiamatela chiarezza di idee e fiducia nelle proprie capacità: il risultato è
lo stesso. Come si può facilmente intuire, questa prerogativa ha grande influenza sull’educazione del
proprio cane. Eppure, per il padrone intelligente, attento ed equilibrato, è
assai facile farsi ubbidire ciecamente, grazie a un’altra qualità peculiare dell’alano
che è, per natura, fedelissimo e innamorato del suo padrone. Tra l’altro ciò
ne fa un ottimo guardiano, e comunque, anche nei soggetti meno predisposti
alla guardia, esiste sempre l’istinto di difesa nei confronti del padrone. Fatte le dovute discriminazioni tra soggetti
più sottomessi e quelli più dominanti, tra i timidi e gli estroversi, non è
azzardato generalizzare riconoscendo nell’alano una notevole capacità di
adattarsi alle diverse situazioni. Un
altro esempio risulterà certamente più chiarificatore di tante definizioni.
Lo stesso alano sa ubbidire prontamente agli ordini in condizioni di
tranquillità e quando si possa escludere qualsiasi pericolo, per esempio se
sta passeggiando rilassato al fianco del padrone in una strada nota. Al mutare
della situazione muta il comportamento:
in una strada buia lo stesso
cane tenderà sempre a precedere il
padrone, con le orecchie diritte e i
sensi all’erta. Anche di giorno, l’avvicinarsi di sconosciuti vocianti e rumorosi lo indurrà a mettersi tra questi
e il proprietario. In queste ultime
evenienze, l’alano spesso diventa
poco ubbidiente o, meglio , dà l’impressione di fidarsi più di se stesso che di chi lo comanda. In
altre parole, non rinuncia a un comportamento protettivo nei confronti di chi
ama, mentre, al contrario, sa sottomettersi non rivoltandosi mai, nemmeno
quando riceve una punizione ingiusta. Per
ciò che riguarda più specificamente l’attitudine alla guardia, vi sono voci contraddittorie. Io non ho mai
posseduto un alano che non sia stato un ottimo guardiano. E’ anche vero che i
soggetti a cui manca questa qualità non sono rarissimi. Ritorniamo così
obbligatoriamente a parlare di ereditarietà, ma, io credo, ancor più di
ambiente. Secondo la mia esperienza, il miglior alano da guardia, è quello
che ha qualcosa da difendere, ossia una casa che senta propria, un padrone
con cui vivere a stretto contatto.. quello che vive da solo in un box spesso
è così desideroso di compagnia e di rapporti sociali, da far le feste a
chiunque o, al contrario, così poco “socializzato” da diventare pericoloso. Nell’alano
“normale” l’attitudine alla guardia è caratteristica innata. Certamente
avvantaggiato dall’aspetto e dalla mole che di per sé incutono rispetto e
timore, l’alano è guardiano attento, vigile, coraggioso. Nello svolgere la
sua mansione non assume mai
atteggiamenti feroci, ma la sua voce profondo, al giungere degli estranei, ha
un potere paralizzante. Nel caso di necessità il suo fisico atletico gli
permette di intervenire con enorme, spaventosa potenza, con coraggio e
determinazione sorprendente per chi ne conosca solo la flemma abituale. L’esperto
Fiorenzo fiorone nel 1981 scrisse a proposito dell’alano : “In nessun membro
della famiglia canina vi è tanto compendio di forza, eleganza e armonie di
linee”. Io vorrei aggiungere che ciò non basterebbe se, per indole innata,
l’alano non fosse dotato di uno straordinario equilibrio e non fosse privo di
qualsiasi eccesso di aggressività. In tal caso proprio la mole e la potenza
di cui è dotato lo renderebbero troppo pericoloso. Nessuno, nemmeno chi non
ama questa razza, può evitare di rimanere esterrefatto di fronte alla sua
innata capacità di discernimento. Un mio piccolo ricordo varrà da esempio. Il
mio primo alano Sansone, arrivò a casa quando ero ancora una bambina, fu il
mio compagno di giochi e la mia guardia del corpo. Mai lo dovetti richiamare
perché tirava al guinzaglio o giocava troppo violentemente con me. Pesava più
del doppio della sottoscritta, ma non una volta si concesse di approfittarne.Anche
con il passare del tempo continuò a giocare più delicatamente con me che con
i miei famigliari più grandi e più forti. Lo stesso atteggiamento protettivo
verso qualsiasi essere “piccolo” lo hanno avuto, fino a oggi, tutti i miei
alani. La coincidenza della propria forza, rapportata a quella dell’individuo
con cui hanno a che fare, è caratteristica costante dell’alano. L’alano
inoltre è pigro, riflessivo, tollerante, sornione, placido, dolce e , quando
è il caso e con chi ama, sa stare volentieri agli scherzi. Sa essere giocoso
ed esuberante, ma non ama dare confidenza agli estranei coi quali ha
generalmente un atteggiamento schivo, dando l’impressione di tollerare
presenza sconosciute vicino al padrone, ma di non rinunciare mai al proprio
ruolo di protettore. In
genere ama il caldo e detesta la brutta stagione, raramente dimostra simpatia
per l’acqua e nelle giornate piovose tenderà a ridurre al minimo indispensabile la permanenza all’aperto. Del
resto non desidera disporre di ampi spazi: i grandi giardini, ideali per
quelle razze che abbisognano di un vero “territorio”, non fanno al caso del
nostro alano, felice di abitare in un monolocale purchè al fianco del proprio
compagno umano. Verso
glia altri cani è generalmente assai paziente, né lo si può considerare
un attaccabrighe , come in genere
succede per i cani di grande mole. Ciò nonostante non è, in linea di massima,
un cane adatto a vivere in gruppi numerosi. Negli allevamenti, per esempio, quasi sempre devono costituirsi piccoli
gruppi ben separati tra loro. Raramente si creano gerarchie e la rivalità può
far nascere lotte furibonde. Il “capo branco” è di norma il proprietario o
chiunque accudisce i cani; forse tutto ciò si deve all’allevamento, ormai
così antico per questa razza da averle fatto perdere molti istinti atavici. Spero
che le note sul temperamento sin qui esposte siano d’aiuto a chi desidera
scegliere un alano. Cambi idea chi desidera un cane freddo ed indipendente, chi vuole un feroce molosso che incuta
paura, chi desidera un robot al proprio servizio, chi ha poco tempo da
dedicargli, chi non ha pazienza e costanza nell’insegnare le regole del saper
vivere. L’alano non è un cane per tutti, non lo si scelga mai solo perché
attratti dalla sua bellezza; è adatto
a chi cerca un compagno fedele, intelligente e dalla personalità
spiccatissima, ma impegnativo, bisognoso del rapporto umano, della compagnia,
di avere occasioni in cui utilizzare l’intelletto. Al padrone “ giusto” la
convivenza con un alano riserverà innumerevoli sorprese positive che neppure
una penna assai abile della mia saprebbe descrivere degnamente. Tratto da: L’Alano di
Amelia Murante 1997 De Vecchi
Editore Amelia “Puni” Murante,
medico veterinario, è presidente della società
Italiana alani e precedentemente segretaria all’età di soli 14 anni. Giudice internazionale
della Razza, alleva con successo alani arlecchini-neri-mantel con l’affisso di “San
Filippo”. Su questi argomenti ha scritto per molte riviste e ha partecipato a trasmissioni televisive. Si occupa attivamente di
assistenza e cura degli animali
abbandonati. |
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