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L'hanno ucciso a colpi di pistola i carabinieri…

 

MULAZZO — L'hanno ucciso a colpi di pistola i carabinieri, dopo che aveva sbranato un altro cane e poteva rappresentare una minaccia anche per le persone. Una morte, quella del pitbull, ospite del canile di Groppoli di Mulazzo, che ha suscitato l'indignazione degli animalisti. Accusano gli operatori di incompetenza e lanciano una vibrata protesta per chi organizza i combattimenti fra cani e le relative scommesse clandestine. Il pitbull abbattuto, assieme ad un altro cane della stessa razza, proveniva da quel mondo. Era stato addestrato a combatte come confermano le numerose ferite di morsi che aveva. Un paio di mesi fa i due animali erano stati abbandonati e ricoverati al canile di Groppoli gestito dalla Comunità montana. Erano segnati da ferite e piaghe, postumi dei crudeli combattimenti. Erano stati addestrati per questo e vedevano negli altri cani i loro nemici. Ieri mattina qualcuno, inavvertitamente, ha lasciato libero il recinto ed è accaduto il finimondo. Sono arrivati i carabinieri e quando hanno visto un cane sbranato e il panico fra gli addetti non hanno potuto far altro che abbattere il più feroce. «Eppure — sostiene Roberto Guelfi, presidente della Lega nazionale per la difesa del cane sezione di Massa ed Alla — i due pitbull con le persone sembravano agnellini. Erano docili. Si scatenevano solo quando vedevano altri cani. Ma non era colpa loro. Erano stati addestrati fin da cuccioli per combattere con i loro simili. Quest'episodio molto grave — prosegue Guelfi — mette ancora in evidenza l'incompetenza di chi gestisce determinati settori nella pubblica amministrazione. I carabinieri non hanno colpa, hanno fatto solo il loro lavoro. La responsabilità e di chi ha lasciato aperto il recinto e di chi impedisce ai volontari di essere presenti nella struttura».

Fonte:La Nazione

 

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