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DIABETE MELLITO |
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Il diabete
mellito è una patologia causata da un deficit dell’ormone insulina che viene
prodotto dalla parte endocrina del pancreas. Questo deficit si manifesta in
una diminuzione dell’utilizzazione del glucosio ed in un’alterazione del
metabolismo dei grassi e delle proteine da parte dei tessuti particolarmente
in quelli muscolare, adiposo ed epatico. Il glucosio
viene normalmente assunto con gli alimenti o sintetizzato nel fegato a
partire da altre fonti ma in questa patologia non riesce ad essere utilizzato
dai tessuti nonostante sia presente nel sangue ad alte concentrazioni.
Possiamo immaginare, infatti, l’insulina come una chiave che apre le cellule
consentendo al glucosio di entrare. In mancanza di tale ormone la sua
concentrazione nel sangue rimane alta (iperglicemia). Quando la
concentrazione ematica di glucosio supera un certo valore (valore di soglia)
tale sostanza compare nelle urine perché il rene non è più in grado di
riassorbirla tutta. Per chiarire
il fenomeno immaginiamo che il rene agisca come un filtro dotato di
complicati sistemi di recupero e riciclaggio, di ciò che per l’organismo è
importante. Infatti dopo una prima filtrazione si passa alla verifica del
filtrato da cui vengono recuperate le sostanze utili fra cui il glucosio .
Tale sostanza è una molecola abbastanza piccola e, quindi, in grado di
attraversare le maglie del filtro renale; tuttavia essendo estremamente
importante, il rene possiede dei sistemi in grado di recuperarla per evitare
che vada perduta. Tale recupero viene effettuato al 100% se la concentrazione
del glucosio nel sangue si mantiene entro certi livelli; oltre tali livelli
(180-220 mg/dl) una parte viene dispersa con le urine. Quando il glucosio
passa nelle urine porta con sé una certa quantità d’acqua ad esso legata
(l’acqua è fra le sostanze che il rene tende a recuperare) e questo fenomeno
si traduce in un aumento della produzione d’urina giornaliera (poliuria da
diuresi osmotica) con disidratazione dell’animale, aumento della sete e,
quindi, dell’assunzione di liquidi (polidipsia). A differenza
di altri tessuti, le cellule del sistema nervoso utilizzano quasi
esclusivamente il glucosio quale fonte energetica; mancando l’insulina tali
cellule sono letteralmente affamate. Di conseguenza il sistema nervoso
centrale risponde a tale stimolo determinando una richiesta di aumento
dell’assunzione giornaliera di cibo (polifagia). Paradossalmente però
l’animale perde peso anche perché viene dispersa una molecola importantissima
per il bilancio energetico dell’organismo Riassumendo
quanto fin qua detto il diabete viene definito come la sindrome delle quattro
P: Poliuria Polidipsia Polifagia Perdita di
peso Come già
detto, le alterazioni metaboliche, in carenza di Insulina, riguardano non
solo il metabolismo degli zuccheri ma anche quello dei grassi e delle
proteine. Infatti se le cellule non riescono a sfruttare sufficientemente il
glucosio quale fonte energetica, ripiegano sullo sfruttamento dei grassi di
deposito (i grassi vanno immaginati come una quota energetica accantonata
dall’organismo per i momenti di bisogno). Lo sfruttamento dei grassi di
deposito, in carenza di glucosio, non è efficiente al massimo, cioè non vengono
bruciati del tutto ma sottoposti ad una combustione parziale, come se in un
motore diesel il gasolio venisse bruciato solo in parte e si formassero così
dei fumi con una significativa diminuzione del rendimento. Ragionando sempre
in termini automobilistici, il glucosio va immaginato, nei processi
metabolici dell’organismo, come la scintilla scoccata dalle candele , i
grassi sono ovviamente il carburante ed i fumi sono, invece, i corpi
chetonici, sottoprodotti della incompleta combustione dei grassi. Incidenza
della patologia L’incidenza
del diabete sia nel cane che nel gatto è circa di un caso ogni 400-500
animali;: sono maggiormente colpiti gli individui di età compresa fra 4 e 14
anni ed in particolare quelli d’età compresa fra il 7°ed il 9° anno. Per quanto
riguarda il sesso, risultano maggiormente colpite le femmine nella specie
canina ed i maschi nella specie felina. .Fra le razze quelle maggiormente
predisposte sono: Pinscher, Puli, Cairn terrier, Barboncino, Bassotto,
Beagle, Schnautzer nano, Dachshund, Keeshund e Golden retriever. Fattori
scatenanti/adiuvanti 1. Patologie
pancreatiche: Possono essere sia patologie che
colpiscono direttamente la parte endocrina dell’organo (quella cioè deputata
alla produzione ormonale compresa quella dell’insulina), sia patologie che,
colpendo inizialmente la parte esocrina del pancreas, interessano
secondariamente la parte endocrina. Il pancreas è una ghiandola a secrezione
mista. La maggior parte di questa ghiandola è deputata alla produzione di
diversi enzimi e succhi digestivi che si riversano nell’intestino tenue
attraverso un sistema di dotti (parte esocrina), mentre una piccola parte
dell’organo è deputata alla produzione di ormoni che vengono riversati
direttamente nel circolo sanguigno (parte endocrina) e suo tramite
raggiungono le cellule bersaglio situate anche a grande distanza. 2. Malattie
virali: Sembra appurato che almeno il Parvovirus
canino sia capace di promuovere la comparsa del diabete in individui
geneticamente predisposti (anche il Coronavirus sembra poter determinare
patologie pancreatiche). 3. Fenomeni
autoimmuni: Si tratta di patologie scatenate dal
sistema immunitario dell’animale che riconosce erroneamente i propri tessuti
come se fossero estranei e li combatte producendo anticorpi contro di essi. 4. Cause
ormonali: Fra gli ormoni che promuovono il diabete
possiamo ricordare: Il
Progesterone, ormone sessuale importante nella gravidanza ma che può anche
entrare nella composizione di diversi preparati farmacologici; induce la
produzione di un altro ormone, l’ormone della crescita, il quale neutralizza
l’insulina. Un aumento della produzione di ormone della crescita si verifica
nelle patologie, anche di tipo neoplastico, a carico della ghiandola
Ipofisaria, sede principale della produzione di tale ormone. Corticosteroidi:
La loro produzione, aumenta in molte occasioni fra cui ricordiamo il morbo di
Cushing (patologia a carico delle ghiandole surrenali); ciò provoca un
eccessivo stimolo alla produzione di insulina che, a lungo andare ne
determina l’esaurimento. Effetto analogo si può avere anche dopo trattamenti
prolungati con cortisonici. 5. Farmaci: Oltre ai cotisonici ( corticosteroidi di sintesi) possiamo
ricordare i seguenti: Clorpromazina
:Un tranquillante - sedativo maggiore. Fentoina:
Antiepilettico Furosemide:
Diuretico antipertensivo Tiazidi. 6. Obesità: nell’animale obeso le cellule risultano meno sensibili
all’azione dell’insulina. Di conseguenza per ottenere un effetto ne viene
prodotta di più e ciò può portare ad esaurimento delle capacità produttive
dell’ormone. Complicazioni
a lungo termine del diabete Nel diabete
cronico, nonostante sia stata iniziata precocemente una adeguata terapia,
possono subentrare, col tempo, delle complicazioni. Le più frequenti sono : 1. Cataratta
ed alterazioni retiniche: sono patologie che si osservano
principalmente nel cane. Nonostante il trattamento, infatti, non si riesce a
controllare in maniera perfetta la glicemia che spesso presenta delle
variazioni anche consistenti con punte rilevanti di iperglicemia. In questi
episodi il glucosio in eccesso una volta che sia penetrato nell’umor acqueo
(il liquido presente fra le diverse strutture del globo oculare) viene
convertito in una sostanza, il sorbitolo, che a differenza del glucosio
rimane imprigionata. La presenza del sorbitolo determina un richiamo di
molecole di acqua ed un aumento della pressione interna del globo provocando
lesioni alle strutture del cristallino (il cristallino è la lente che
convoglia i raggi luminosi sulla retina). Ne deriva ,quindi, la
caratteristica opacità (cataratta), che spesso costituisce il motivo per il
quale l’animale viene portato ad un controllo veterinario. La maturazione
della cataratta è veloce sicché è importante una pronta terapia al fine di
limitare la progressione della patologia; in caso contrario si avrebbe una
perdita difficilmente reversibile della capacità visiva. Oltre alle
lesioni a carico del cristallino si possono instaurare, con minore frequenza,
anche lesioni a carico della retina (il tessuto sensibile alle radiazioni
luminose che traduce gli stimoli visivi in impulsi da inviare al sistema
nervoso centrale): Tali patologie aggravano notevolmente la prognosi per la
riacquisizione della funzione visiva. 2.
Pancreatiti: Se è vero che i processi infiammatori a
carico della parte esocrina del pancreas possono determinare una alterazione
diabetogena, provocando danni alla parte deputata alla produzione ormonale, è
pure possibile, nei soggetti diabetici, il fenomeno inverso. Il diabete può,
infatti, generare delle alterazioni metaboliche che possono determinare
episodi di pancreatite (infiammazione del pancreas) che danno sintomi spesso
anche gravi, come: dolore addominale acuto ed importante, vomito, mancanza
assoluta di appetito. 3. Steatosi
epatica (accumulo patologico di grassi nel fegato): abbiamo già visto come nel diabete, in carenza di glucosio
intracellulare, l’organismo utilizzi i grassi di deposito aumentandone la
mobilizzazione. I grassi che il fegato dovrebbe trattare rendendoli più
facilmente utilizzabili, nel diabete si accumulano a livello epatico.
L’aumento nelle dimensioni del fegato è, infatti, un riscontro comune in
corso di diabete. 4.
Chetoacidosi: Tale fenomeno, sulla cui genesi si è
accennato in precedenza, è da considerarsi una complicanza grave che va
scongiurata attraverso un continuo monitoraggio del tasso ematico ed urinario
dei corpi chetonici (acetone, acido acetacetico, acido b -idrossibutirrico)
che rivelano l’efficacia della terapia insulinica. 5. Infezioni
batteriche: Il soggetto diabetico è più sensibile alle
infezioni specialmente a carico dell’apparato urinario, respiratorio e
tegumentario. A loro volta i batteri possono favorire la comparsa della
chetoacidosi 6.
Neuropatie (sofferene neurologiche): Le alterazioni a
carico del sistema nervoso si manifestano con diversi sintomi quali
debolezza, bassa reattività agli arti, difetti di andatura, involuzione
muscolare. Risulta anche ridotta la capacità del sistema nervoso di
trasmettere gli stimoli probabilmente a causa di un accumulo di sorbitolo
nelle cellule costituenti la guaina "isolante" che avvolge i nervi. 7.
Nefropatie (sofferenze renali) 8. Turbe
all’apparato gastroenterico: Le disfunzioni
neurologiche viste in precedenza sono responsabili, almeno in parte delle
turbe gastroenteriche. Lo svuotamento dello stomaco e la progressione degli
alimenti nell’intestino risultano rallentate: ciò favorisce un abnorme
sviluppo della flora batterica residente e, con sintomi che includono dolore
addominale, inappetenza, vomito, gonfiore addominale, alitosi, e diarrea
acquosa scura più o meno grassa. Controllo
del diabete mellito Il controllo
del diabete mellito si avvale sia dell’impiego di farmaci che di un rigoroso
controllo della dieta, dell’esercizio fisico, dello stile di vita e,
dell’ovarioisterectomia delle femmine intere. 1. Terapia
insulinica sostitutiva: Lo schema terapeutico più efficace
per il controllo del diabete consiste nella somministrazione di insulina
esogena, con diverse modalità, allo scopo di compensare lo stato di carenza
dell’ormone naturale. Tuttavia è necessario sottolineare come la
sommistrazione di insulina di sintesi ad orari prefissati non possa
riprodurre esattamente le variazioni fisiologiche del tasso di tale insulina
endogena che si verificano durante la giornata e che dipendono da una
molteplicità di fattori. La terapia ha, pertanto, lo scopo.di normalizzare
approssimativamente la glicemia, di controllare i sintomi, di limitare la
progressione della malattia e le sue complicanze a lungo termine. Le
preparazioni di insulina attualmente disponibili sono essenzialmente di 3
tipi Insulina a
breve durata d’azione Insulina ad
azione intermedia Insulina a
lunga durata. Le modalità
di somministrazione dipendono dal tipo del preparato scelto e dalla risposta
dell’animale al trattamento. 2. Farmaci
ipoglicemizzanti per uso orale: trovano un
limitato impiego in medicina veterinaria nei casi di diabete non
insulino-dipendente. 3. Misure
dietetiche: E’ assolutamente importante mantenere un
regime alimentare costante per qualità e quantità. Negli animali cui è stato
diagnosticato il diabete. Spesso risulta difficile preparare una razione
giornaliera costante per composizione perciò il ricorso ad un mangime preconfezionato
di ottima qualità appare più che giustificato. La quantità iniziale dovrà
tenere conto delle condizioni dell’animale: i soggetti cachettici (stato di
profondo deperimento organico) dovranno riuscire a guadagnare gradatamente il
peso-forma mentre quelli obesi dovranno perdere l’eccesso per migliorare la
risposta tissutale all’insulina il cui dosaggio andrà adattato quindi alle
variazioni del peso corporeo. Quanto alla
composizione, andranno evitati i cibi eccessivamente morbidi (favoriscono il
balzo post-prandiale, cioè l’aumento della glicemia a seguito dell’ingestione
del cibo); la quota calorica di mantenimento nell’animale dovrà essere
mantenuta costante; la quota in zuccheri solubili dovrà essere bassa , e si
dovrà assicurare un buon apporto di fibra che consente una più graduale
liberazione degli zuccheri costitutivi. La razione giornaliera andrà infine
frazionata almeno in due pasti, uno ogni 12 ore, in concomitanza alla
somministrazione dell’insulina o del farmaco ipoglicemizzante per uso orale (
le modalittà di somministrazione dei pasti saranno diverse a seconda del tipo
di insulina utilizzato). 4. Esercizio
fisico: Visto che questo influisce notevolmente
sulle richieste di insulina, si dovrà tentare di mantenerlo costante. 5.
Ovarioisterectomia: L’asportazione chirurgica delle
ovaie nelle femmine con diabete mellito è imperativo per eliminare una fonte
di progesterone endogeno. L’intervento andrà fatto non appena le condizioni
organiche del paziente lo permettano. Il motivo che sta alla base di questa
scelta è la liberazione di ormoni che antagonizzano l’insulina e rendono il
controllo della glicemia molto difficoltoso, durante il proestro (la fase del
ciclo sessuale che precede il "calore") e l’estro (calore), questi
ormoni sono rispettivamente estrogeni e progesterone. Anche la gravidanza
risulta molto rischiosa., sia per motivi ormonali che per lo stress e
l’aumento delle richieste energetiche, e spesso sfocia in grave stato
chetoacidosico. Tratto da: www.world-wide-pet.it |
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Creazioni: Mike & Greta ©AlanoAlano 2001-2002 |
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