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Ansia da Separazione

 

Il cane è un animale sociale, ed in ambiente domestico, in assenza di membri della propria specie con cui instaurare legami, tende a consolidare i rapporti con i suoi proprietari.

Il cane è portato, per sua natura, a ricercare costantemente l’attenzione da parte di un familiare, più frequentemente quello che passa più tempo con lui.Se il proprietario, per sua indole, tende a rispondere sempre in maniera permissiva e concessiva alle richieste di attenzione dell’animale, rischia di creare un legame "morboso" e di dipendenza; un legame di dipendenza stretta è peraltro più facile che si instauri quando il cucciolo viene svezzato precocemente ed allontanato dalla madre prima dei due mesi.I soggetti che presentano questo problema comportamentale sono tendenzialmente rumorosi, distruttivi ed iperattivi e tali condizioni tendono ad esacerbarsi quando il proprietario li lascia soli o anche semplicemente si allontana per un po’. Un’altra manifestazione tipica di questi cani è quella di "salutare" eccessivamente il padrone al suo rientro saltandogli addosso, tormentandolo e seguendolo ovunque. I cani ansiosi, inoltre, tendono a distruggere oggetti (porte, muri, divani, indumenti dei proprietari), hanno tendenza a leccarsi in modo frenetico le zampe (normalmente l’anteriore sinistra) provocandosi lesioni ed in casi rari automutilazioni. Altro atteggiamento tipico è quello di defecare ed urinare per casa. Si annovera infine, nella rosa dei sintomi, la tendenza ad abbaiare insistentemente ed a latrare o ululare, specialmente quando sono lasciati soli.Al momento dell’uscita del padrone il cane farà di tutto per attirare l’attenzione su di sé, lo seguirà in bagno ed assisterà ai preparativi, mentre si veste, piangerà ed abbaierà, gli starà fra le gambe arrivando sino a mordergli le caviglie: tutti questi comportamenti traggono origine dall’esasperazione ossessiva del cane.Gli episodi distruttivi vengono spesso mal interpretati dal proprietario che è convinto che l’animale gli faccia "i dispetti", tali comportamenti sono, invece, solamente autocompensativi ed il cane li adotta per scaricare o ridurre l’ansia che lo attanaglia al momento della separazione dal suo padrone.I cani suscettibili a questa patologia mancano di "autostima", vivono all’ombra dei proprietari che adorano e di cui sono completamente dipendenti, sono molto sensibili, assorbono tutte le attenzioni e l’amore che ricevono, ricambiandoli moltiplicati, sono pertanto animali meravigliosi per chi, nei cani, ricerca affetto. La risoluzione della patologia è in primo luogo legata alla piena consapevolezza del problema da parte del proprietario che dovrà assicurare la massima collaborazione.Il primo passo consiste nel separare in maniera graduale cane e padrone sia mentalmente che fisicamente. Un escamotage è quello di abituare il cane a non essere considerato già da almeno mezz’ora prima di un’eventuale uscita e, al momento del rientro si dovrebbe evitare di salutarlo fino a quando non si è calmato. Con un saluto precoce si rischia, infatti, di confermare, premiandolo, il suo stato d’ansia. Altro stratagemma è quello di evitare che il cane possa assistere ai rituali preparativi per uscire ( per esempio ci si vesta in stanze in cui il cane non ha diritto di accesso , vedi il famigerato bagno).Quando al rientro ci si accorge che il cane ha combinato qualche guaio, è controproducente sgridarlo, in primo luogo perché l’azione è già stata compiuta e quindi il cane non può associare correttamente la punizione al fatto, ed inoltre poiché gli atti distruttivi sono, come già detto, involontari.Eventuali feci urine od oggetti distrutti andrebbero rimossi quando il cane non fosse presente per evitare che possa interpretare il comportamento come un gioco e quindi usarlo per ricercare attenzione. Gradualmente, inoltre, il cane va abituato a dormire da solo e a stare da solo in una stanza anche quando il proprietario sia in casa, prima a porte chiuse, poi anche a porte aperte. Si inizia con sedute di pochi minuti, resistendo alla voglia di liberare l’animale se questo latra o gratta la porta. Liberarlo significherebbe rafforzare la tendenza ad usare latrati e raspamenti per farsi liberare e riavvicinarsi al proprietario. Altro comportamento da evitare è quello di parlare a lungo con l’animale che diventa sempre più ansioso visto che non è capace di capire i nostri discorsi; bisognerebbe inoltre coccolarlo quando non se lo aspetta e quando è distante quindi quando non è lui stesso a richiedere le "coccole".Non è facile applicare queste regole perché il legame fra i due diretti interessati è estremamente coinvolgente, spesso inoltre i proprietari così legati al proprio amico, tendono a tollerare le manifestazioni del proprio animale consolidando in questo modo i sintomi della patologia. Le persone che si rivolgono all’educatore lo fanno quando sono allo stremo delle forze o quando i danni provocati dal cane sono stati di notevole entità, oppure quando i pasticci che ha combinato hanno generato conflitti familiari per cui la rieducazione del cane si impone pena la rinuncia all’animale.Bisogna perciò dire che il cane ansioso vive male, e , salvo rari casi in cui le condizioni di vita gli consentano di stare sempre a stretto contatto con il proprietario, viste le abitudini moderne che allontanano le persone per svariate ore al giorno, per questi soggetti la giornata è un vero calvario. Il programma di rieducazione deve pertanto essere affrontato con questo spirito, e deve essere affrontato con la consapevolezza che il cane vivrà meglio e sarà più sereno.

E’ per evitare cedimenti emotivi dei proprietari, che possono indurre esasperazioni del problema, che si consiglia di effettuare un programma di ricondizionamento adeguato con un comportamentista qualificato

 

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